WILLIAM IRISH
HO SPOSATO UN'OMBRA
(I Married A Dead Man, 1948)
PROLOGO
Le notti estive sono dolcissime qui, a Caulfield. Profumano di eliotropio
e di gelsomino, di caprifoglio e di mughetto. Le stelle sono calde e amiche,
qui, non fredde e e nel luogo dov'ero una volta; sembrano più
basse nel cielo, più vicine. La brezza che agita le tendine, alle finestre a-
perte, è morbida e e il bacio di un bimbo. E se si tende l'orec-
chio, si ode, portato da quel soffio, lo stormire degli alberi fronzuti, che si
ridestano fugacemente per ricadere subito nel sonno. Dalle finestre delle
case, la luce delle lampade cade sui ti, striandoli di lunghi solchi,
e rame. C'è il silenzio, l'immobilità di un'esistenza tranquilla, si-
cura. SI, le notti estive sono dolcissime, qui, a Caulfield.
Ma non per noi.
Anche le notti invernali. E quelle dell'autunno e della primavera. Ma non
per noi.
La casa dove abitiamo, qui, a Caulfield, è tanto accogliente. C'è il verde
carico del giardino che la circonda, quel giardino che sembra sempre in-
naffiato di fresco, a qualunque ora del giorno. C'è lo scintillìo metallico
degli innaffiatoi a girandola, che continuano a rotare senza mai stancarsi; a
guardarli da vicino, gli spruzzi d'acqua rivelano l'iridescenza dell'arcobale-
no. C'è il sentiero d'ingresso, pulito e un po' tortuoso, il bianco abbagliante
delle colonnine del portico, nel sole; dentro, la simmetria ovale della rin-
ghiera dipinta di bianco, piacevole a vedersi quanto la smagliante fuga di
scalini scuri che essa pagna dal piano superiore giù al vestibolo; la
serica lucentezza del legno stagionato dei pavimenti, da cui emana un si-
gnificativo sentore di cera e di olio profumato; la morbidezza dei tappeti;
quasi in ogni stanza, una sedia preferita, pronta ad e una
buona amica, quando tornate a lei in cerca di un po' pagnia. E la
gente, quando viene, dice: "Che si può volere di più? Questa sì, che è una
casa, una vera cas
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